Le pandemie sono grandi eventi trasformazionali. Si abbattono su sistemi che si credono consolidati, aprendo crepe e facendo tremare tutto. Destabilizzano e suscitano un sentimento ambivalente: paura e incertezza da una parte, ma anche meraviglia, perché all’interno delle loro pieghe ci sono enormi opportunità. Di comprensione del mondo, di aggiornamento del nostro modo di relazionarci a esso.
Oggi siamo quindi nella posizione giusta per disegnare un nuovo equilibrio, che tenga conto del fatto che non siamo soli all’interno del sistema chiuso in cui ci troviamo, ma insieme ad altri coinquilini. La pandemia da sars-CoV-2 ci ha ricordato che siamo vulnerabili, proprio come lo eravamo secoli fa, e che il bene unico, essenziale e imprescindibile del quale non possiamo assolutamente fare a meno come società evoluta è la salute. Che è una soltanto: quella del sistema in cui tutti quanti – esseri umani, animali, piante – siamo immersi. La salute è come una linfa che scorre e ci attraversa tutti: se vogliamo tutelare noi stessi, quindi, dobbiamo considerare il sistema, perché la salute di Homo sapiens dipenderà anche da quella delle popolazioni di animali e da quella dell’ambiente.
La meraviglia e la trasformazione (Mondadori)
in libreria dal 26 ottobre 2021