Dall’intervista a Ilaria Capua pubblicata su Vanity Fair Italia il 24 marzo 2021
Che cosa è servito nella sua vita per farsi strada?
È servita soprattutto la forza interiore, che poi si manifesta in tanti modi: con la creatività, con la determinazione, con la pazienza E con la resilienza, una parola che oggi non si può più dire e che sta ad indicare la capacità di rialzarsi e rimettersi in gioco. Ma giocando in maniera diversa.
Che cosa manca ancora in Italia per aiutare le donne che vogliono emergere?
Tutto.
C’è una donna del passato, anche recente (mancata però più di dieci anni fa, almeno) che è stata il suo esempio?
Lady Mary Wortley Montagu (1689-1762). Era una scrittrice e una poetessa ma è stata anche la prima donna a credere nell’efficacia della variolizzazione come metodo per prevenire il vaiolo: in altre parole è stata l’antesignana della vaccinazione.
A chi dedicherebbe una via, una piazza di una città d’italia?
A tutte e donne di scienza che lavorano nel silenzio e nell’indifferenza generale: operatrici sanitarie, ricercatrici, tecniche di laboratorio, infermiere, fisiche, donne di chimica, veterinarie, matematiche. E alle donne medico ovviamente. Esiste il monumento al milite ignoto e a me piacerebbe dedicare una via, anzi una piazza, alla “ricercatrice ignota” perché sappiamo che spesso le ricercatrici non riescono ad avere tutta la luce che meritano e fanno il doppio della fatica.