«Salviamo i più deboli e il virus non ucciderà più»

22 Marzo 2021

 

«Favoloso Innesto» recitava Parini raccontando della prima grande avventura sperimentale per raggiungere l’immunità di gregge. Mi riferisco al vaiolo, l’unica malattia dell’uomo che è stata eradicata. Ma prima di arrivare dove voglio portarvi ritornerei un attimo all’ode di Parini, su una parola del verso: favoloso. Ebbene sì. I vaccini a volte hanno del favoloso, ovvero dell’iperbolico, dice la Treccani. Piaghe che si sono susseguite per millenni raggiungendo le loro vittime, creando morte e devastazione, di punto in bianco si possono fermare. Oggi, con quello che vediamo sotto gli occhi mi sento di spingere quell’aggettivo oltre e chiamare quell’innesto «miracoloso». Non è sempre così però e non diamo questa vittoria stellare per scontata. Il vaccino poteva non essere disponibile un anno dopo, poteva essere meno efficace e non avere — come spesso accade — l’effetto dirompente che stiamo osservando. Per esempio, per la tubercolosi, malaria e Hiv non abbiamo vaccini efficaci.

Metto a fuoco una realtà che in questo momento vedo nitidamente, mai come adesso. Gli ospedali pieni sono il punto di rottura vero, quello da cui non si può prescindere. Quello che dobbiamo fare come cittadini che vogliono riafferrare la vita è una cosa sola. Fare tutti, tutto il possibile per evitare che si ammalino persone a rischio di finire in ospedale. Come? Vaccinandosi, accompagnando a vaccinare, convincendo a vaccinare. Lo sappiamo, purtroppo alcuni stipiti virali attualmente in circolazione sono con il doppio turbo al motore e quindi è più complicato fermare il contagio, ma l’evidenza del Regno Unito, di Israele e degli Stati Unitici travolge di conforto perché è chiaro che abbiamo l’arma giusta. Nei momenti di crisi si cerca l’appiglio per la svolta. L’appiglio c’è. Lì dove il vaccino è stato applicato con metodo e concentrandosi su anziani e fragili (ci ricordiamo il nonno Shakespeare inoculato tre mesi fa) anche con una sola dose di vaccino il numero dei ricoveri e dei decessi è crollato. In parole più asciutte, non si muore più. Guardiamo bene cosa è successo. Non è necessario vaccinare tutti per l’agognata inversione di tendenza. È necessario immunizzare una quota maggioritaria degli anziani e farlo nel più breve tempo possibile.

Ma quale vaccino direte voi. Io vi rispondo che non importa perché tutti i vaccini disponibili adesso in Italia proteggono contro l’ospedalizzazione e il decorso infausto. Il vaccino quindi va visto come il muro, l’argine, la barriera all’ondata di morte. Ma non solo questo. I vaccini disponibili adesso proteggono contro le varianti attualmente in Italia e riducono significativamente la trasmissione e i casi asintomatici. Il mio grido implorante è per chiedervi per piacere di aiutarci a costruire quel muro che è indispensabile per ricominciare a vivere. Quel muro è fatto di mattoni e se man mano che lo costruiamo lasciamo vuoti degli spazi il muro non terrà. Sarà la solidità e la tenuta di quel muro che proteggerà i fragili opponendosi alla forza distruttiva di un virus che sta cercando di uccidere tutti i nostri nonni e le nostre nonne. Siamo nel bel mezzo di un fenomeno epocale che nel volgere di un paio di mesi potrebbe essere completamente ridimensionato se solo credessimo alla storia, alla scienza e al potere del senso di responsabilità. Nessuno escluso.

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