I virus non aspettano

Avventure, disavventure e riflessioni di una ricercatrice globetrotter

L'ho scritto perché...

Con le sue scoperte e le sue decisioni coraggiose e controcorrente si è imposta all’attenzione mondiale. I riconoscimenti internazionali non le mancano: eletta «mente rivoluzionaria» del 2008 dalla rivista americana «Seed», è entrata nella classifica dei 50 scienziati top di «Scientific American» e nel settembre 2011 ha ricevuto il prestigioso Penn Vet Leadership Award, il massimo riconoscimento nel suo settore. Eppure Ilaria Capua, la scienziata che il mondo ci invidia, seppur consapevole dell’importanza dei traguardi raggiunti, non si ritiene un’eroina, una martire votata alla scienza, ma semplicemente una donna che crede fortemente in quello che fa e che, non senza fatica e difficoltà, è stata in grado di sfruttare le opportunità che la vita le ha presentato. Con molta sincerità e una buona dose di ironia racconta che il mestiere del ricercatore non è solo microscopi, stanzette buie e libri, ma può rivelarsi un’avventura intensa ed esaltante. Ne emerge il ritratto a tutto tondo di una donna al tempo stesso normale e straordinaria, che non si prende troppo sul serio e non ama andare in giro a dire quanto è brava. Perché brava lo è davvero.

I virus non aspettano (Marsilio, 2012)
In libreria dal 19 settembre 2012
184 pagine
Prezzo: € 16,00

Rassegna stampa

Grazia

Nel suo libro autobiografico “I virus non aspettano” Ilaria Capua racconta la sua battaglia contro i virus e quella, quotidiana, alle prese con i doveri di una madre e di una moglie di Cristina Giudici  

8 Ottobre 2012

Repubblica

“Se vuoi cambiare qualcosa, a qualsiasi livello, sia nella vita lavorativa che privata, lo devi fare da solo e devi sfruttare le occasioni che la vita ti offre perché nessuno lo farà per te” di Giuliano Aluffi

14 Novembre 2012

Il Sole 24 Ore

“Ilaria Capua ha scritto una breve autobiografia che nel giro di una pagina fa scoppiare dal ridere, infuriare, tremare per lei di nuovo su un aereo per rischiare la pelle, la carriera, lasciare il marito vedovo, la figlia orfana e la sua équipe acefala.” di Silvie Coyaud  Continua a leggere  sul sito del Sole 24

23 Settembre 2012
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